L’alimentazione del Cane e del Gatto
Per parlare di alimentazione bisogna prima chiarire (spero definitivamente) a quale categoria appartengono il cane e il gatto.
Tanti lo danno per scontato, ma in molti invece credono che il cane e il gatto debbano mangiare come l’uomo.
Niente di più errato.
Indubbiamente mentre il gatto è un carnivoro stretto, il cane, a causa della lunga domesticazione e vicinanza con l’uomo, ha in parte modificato la propria alimentazione, ma rimane sempre un carnivoro.
Ciò comporta una digestione completamente diversa degli alimenti rispetto all’uomo (onnivoro). Sono monogastrici il cui apparato digerente è breve. Il transito è rapido.
Mettiamo i diversi apparati gastroenterici a confronto:
Gli alimenti solidi rimangono all’interno dello stomaco dalle 3 alle 8 ore.
I succhi gastrici sono molto attivi (pepsina e acido cloridrico), in grado di idrolizzare (scindere in molecole più semplici) le proteine digeribili, in particolar modo quelle di origine animale.
L’intestino tenue è breve. Le secrezioni intestinali, pancreatiche e biliari, sono abbondanti. Perciò, buona è la digestione di proteine molto digeribili e ad alto valore biologico, dei grassi, mentre difforme è la digestione dei glucidi. Tra questi, quelli meglio digeriti sono gli amidi cotti, grazie ad enzimi quali maltasi, saccarasi e lattasi. La lattasi sparisce (totalmente o quasi) dopo lo svezzamento, e ciò provoca intolleranza verso prodotti lattei.
L’attività amilasica è assente nella saliva e scarsa nelle secrezioni pancreatiche perciò gli amidi crudi vengono mal digeriti. Una sufficiente cottura facilita l’idrolisi dell’amido.
L’intestino crasso è breve (70cm nel cane di taglia media e 35cm nel gatto)tutti gli elementi digeribili che sfuggono alla prima parte dell’intestino arrivano al crasso e in base al contenuto di questi alimenti si può avere una problemi di cattivo assorbimento con eventuali produzioni di gas.
Per esempio la cellulose determinano solo un effetto zavorra, non fornendo fabbisogni energetici, che però può risultare utile in caso di eliminazione di sostanze tossiche o di costituenti difficilmente degradabili. Ovviamente maggiore la percentuale di cellulosa, minore è la digeribilità della razione.
I glucidi (per esempio lattosio, leguminose, avena, soia e amidi crudi) subiscono fermetazioni tali da creare gas in notevole quantità con irritazione delle mucose intestinali (diarree e flatulenze).
Se sopraggiungono nell’intestino crasso delle proteine indigerite, queste determinano la liberazione di sostanze nauseabonde ed irritanti (ammoniaca, cresolo, indolo, ecc) oltre a putrefazioni intestinali responsabili di amine tossiche (cadaverina e putrescina), tanto più pericolose quanto più è rallentata la digestione. Ciò comporta l’evacuazione di feci maleodoranti, e acquose e in forme croniche si può arrivare fino ad intossicazioni.
Questo si può avere a causa di:
- bruschi cambiamenti alimentari: alterano i processi digestivi soprattutto quelli enzimatici (tutte le modificazioni alimentari devono svolgersi gradualmente, in 4-5 giorni)
- sovraccarichi alimentari che superano le capacità enzimatiche (magari in cani da lavoro, o in cagne in lattazione, bisogna suddividere i pasti in 3 volte circa)
- eccessi proteici MA enzimo resistenti che sfuggono al riassorbimento del tenue, come: cheratina da peli, piume o penne o ancora, maggior pericolo viene da scleroproteine come legamenti, tendini, cartilagini e ossa. Lo stesso vale per alcune sostanze presenti in soia e legumi.
COMPOSIZIONE DELLA RAZIONE
FONTI ENERGETICHE
Sono soprattutto lipidi e glucidi. I primi sono la fonte energetica per eccellenza, ma nei cibi commerciali, si preferisce far uso dei glucidi (costano meno).
APPORTI LIPIDICI
I carnivori hanno una grande capacità di emulsionare i grassi grazie alla elevata secrezione di bile. I cani e soprattutto i gatti tollerano molto bene elevate quantità di grassi nella loro razione. Ma elevate quantità si rendono necessarie solo se l’apporto glucidico è basso.
Diciamo che un 15-20% di apporto lipidico nella razione è utile sia per il cane che per il gatto.
Inoltre è necessario circa l’1% di acido linoleico presente in olio di mais (in minor misura anche girasole e soia) per importante apporto di acidi grassi (migliora lo stato dermatologico e delle patologie cardiovascolari), per lo più utile nel cane, meno nel gatto in quanto riesce ad ottenenre l’acido linoleico e arachidonico da grassi di origine animale. E’ fondamentale che tali prodotti siano freschi (evitare sempre il fenomeno dell’irrancidimento, dannosso per i carnivori).
APPORTI GLUCIDICI
La cellulosa è praticamente indigeribile e interviene solo favorendo la peristalsi intestinale in caso di costipazione, dimagrimento, eventuali tossicosi (2-4% cani sedentari per esempio).
Altro apporto di glucidi sono gli estrattivi inazotati (amidi, zuccheri, ecc.), che non sono indispensabili, a parte quando non si voglia apportare maggior energia (femmine gravide, cani che lavorano), in alternativa ai grassi.
Rappresentano comunque il 40-50% della razione nel cane e solo il 10% nella razione del gatto, a vantaggio di un più largo uso di proteine e grassi.
Devono essere molto cotti in modo da risultare digeribili ai nostri carnivori.
APPORTI AZOTATI
Sono i fabbisogni proteici, e hanno un ruolo fondamentale nella produzione di enzimi, soprattutto quelli digestivi, degli ormoni, soprattutto le gonadotropine, e degli anticorpi che condizionano le difese immunitarie. Sono fondamentali durante la gestazione, la lattazione, la crescita ponderale dei giovani, lo sviluppo osseo e muscolare, la produzione del manto pilifero. Inoltre controllano l’anabolismo e l’intensità della proteosintesi influenzando l’insieme dei fabbisogni e del conseguente appetito.
RIASSUMENDO
ALIMENTAZIONE CANE
40-50% apporti glucidici (molto cotti, altrimenti indigeritebili)
40-50% apporti proteici (proteine di buona qualità, come muscolo, escluso scleroproteine ossa piume ecc, che non vengono digeriti) di cui 15-20% apporto lipidico e l’1% acido linoleico (olii vegetali, soprattutto di mais)
Verrà diminuita la quota glucidica, sostituendola con cellulosa (verdure, 2-4%) qualora il cane sia sovrappeso o faccia una vita sedentaria.
Questi valori sono indicativi.
In base al singolo soggetto che ci si trova di fronte, sono necessari calcoli corretti sul fabbisogno energetico specifico in base alla taglia, all’età, alla situazione in cui si trova (cane sportivo, femmina in lattazione, cucciolo, ecc.) e sono calcoli di competenza del Medico Veterinario.
ALIMENTAZIONE GATTO
45% proteine(come sopra)
45% lipidi, di cui l’1% di acido linoleico, per lo più tratto dal grasso animale
4-5% glucidi
Questi valori sono indicativi.
In base al singolo soggetto che ci si trova di fronte, sono necessari calcoli corretti sul fabbisogno energetico specifico in base alla taglia, all’età, alla situazione in cui si trova ( femmina in lattazione, cucciolo, ecc.) e sono calcoli di competenza del Medico Veterinario.
ATTENZIONE!
Il gatto non ha bisogno di carboidrati in quanto è in grado di ricavare energia dalla digestione delle proteine.
In realtà i mangimi commerciali in crocchette contengono quote piuttosto elevate di carboidrati (anche quelli destinati ai gatti), perché sono una fonte di calorie più economica delle proteine. I carboidrati sono inoltre indispensabili per la fabbricazione delle crocchette per mantenerne la consistenza.
Anche se i carboidrati sono una parte importante del cibo secco commerciale per gatti, possono talvolta causare problemi di salute tra cui l’obesità e problemi digestivi. Sia un eccesso di carboidrati che di lipidi o di proteine possono causare obesità, ma i carboidrati sono spesso la fonte più abbondante di energia e possono essere facilmente convertiti in glucosio.
L’aggiunta di fibre negli alimenti per cani e gatti può essere utile nel ridurre e prevenire l’obesità. La fibra che viene aggiunta agli alimenti ideati per la perdita di peso contribuisce ad aumentare il volume del cibo e promuovere un senso di sazietà (pienezza) senza aggiungere calorie. Il cane/gatto mangia a sufficienza per sentirsi sazio, ma consuma meno calorie e perde così peso.
I ritagli grassi, in gran quantità, non solo causano obesità ma possono causare la pancreatite, una grave condizione che può causare la morte.
Il fegato va dato in quantità molto modesta (non più di un boccone alla settimana) perché può causare tossicità da eccesso di vitamina A, che causa dolorose alterazioni dello scheletro.
L’albume crudo contiene una sostanza, l’avidina, che distrugge la biotina, una vitamina del gruppo B, causandone la carenza. Infatti se si vuole somministrare (soprattutto al cane) un uovo è corretto dare solo il tuorlo (possibilmente crudo).
Il polmone ha un valore nutritivo molto scarso.
Ossa e lische sono molto pericolose e non vanno mai date ai cani/gatti; possono rimanere incastrate o lacerare la bocca, l’esofago e il resto dell’apparato digerente.
Le cipolle e i cavoli possono essere ingerite dal cane per il loro aroma, ma il loro effetto sul metabolismo è negativo.Le cipolle infatti contengono un composto, un disolfuro di n-propile, così come i cavoli, che agisce a livello di globuli rossi circolanti distruggendoli. Negli eritrociti si vengono così a formare i Corpi di Heinz, con conseguente debolezza e rottura della membrana cellulare. Il corredo sintomatologico compare dopo 1-4 giorni dall’ingestione delle cipolle; vomito, diarrea e urine di colore scuro sono i principali segni clinici. Attenzione che si sono verificati casi di anemia emolitica grave dovuti ad una dieta comprendente dosi minime di cipolla (ad es. pasta condita coi sughi al pomodoro pronti) protratta però per anni.
Cipolla e aglio,membri del genere Allium, cui appartengono anche il porro, l’erba cipollina e lo scalogno. Qualcuno li utilizza come antiparassitari – sono saporiti e perciò spesso graditi al cane- ma possono causare vomito, diarrea e debolezza nonché un’anemia che in alcuni casi può risultare fatale. Non Vi è documentazione scientifica che avvalori tali presunte capacità terapeutiche di questi ortaggi.
Cioccolato, chicchi di caffè e cacao nei cani e nei gatti, provocano tremori, convulsioni e danni cerebrali.
Lo Xilitolo è un composto che si trova naturalmente, a bassa concentrazione, in frutti, vegetali, bacche e funghi. È molto usato nei dolciumi e nelle bevande senza zucchero aggiunto per dolcificarle. Se ingerito in certe dosi nel cane, può provocare picchi altissimi d’insulina e conseguentemente ipoglicemia, così come gravi malattie del fegato.
Le noci di Macadamia, provenienti dalle Hawaii, sono acquistabili oggi da tutti i fruttivendoli. Pur non sapendo quale sia la sostanza tossica, è noto che siano tossiche per il cane. Bastano 10 grammi a un cane di 120 Kg. per provocare una sorta di coma che spesso per fortuna si risolve in 24 ore.
Avanzi da tavola: ovvio che gli piacciono di più, ma l’intestino del cane non è strutturato per digerire i condimenti dell’alimentazione umana Iidem per il gatto)
Uva e uvetta: l’uva è il frutto più coltivato al mondo. Fin dal 1990 sono riportati numerosi casi d’intossicazione acuta da ingestione di grappoli d’uva o uva sultanina da parte del cane e conseguente danno renale grave. Nel gatto non ci sono evidenze precise, ma dati recenti suggeriscono che possa soffrire di danni simili.
pollo crudo: rischio di Salmonellosi? è meglio somministrae la carne bianca previa cottura
Lardo, salame, mortadella, pancetta, salumi in generale: causano obesità e possono causare pancreatite
Pesce crudo: contiene un’anti-tiaminasi, ovvero una sostanza che blocca l’assorbimento della tiamina (problematico, se l’alimentazione si basa SOLO su pesce crudo)
Dolci: di qualsiasi natura e genere, inclusi i gelati, predispongono al diabete mellito, all’obesità, ecc. Attenzione a non esgaerare anche con la frutta troppo zuccherina. La mela è sempre un ottimo compromesso.
Sale: severamente vietato aggiungere sale nella dieta del cane per preservare i reni il più possibile e non aggravare patologie cardiache
Formaggi e latte: i formaggi magri POTREBBERO rientrare in QUANTITA’ MODERATE nell’alimentazione del cane (inteso un pezzetto massimo una volta a settimana). mentre per quanto riguarda il latte, sia cane che gatto dopo lo svezzamento non posseggono più gli enzimi intestinali necessari per digerirlo.